venerdì 29 marzo 2013

Auguri di Buona Pasqua


Un patto a tre per acquistare la Serravalle?

Proprio nei giorni in cui Asam, suo azionista di maggioranza, pensa di ribassare il prezzo di vendita della Serravalle, ecco spuntare una inattesa cordata di possibili acquirenti.

Lo riporta il Sole 24 Ore (Spunta un patto a tre per rilevare la Serravalle, 29.03.2013, di Sara Monaci), secondo il quale questa cordata “dovrebbe prevedere l’ingresso di un fondo brasiliano, Bgt Pactual, insieme a Cassa depositi e prestiti e Autostrade per l’Italia. Possibile anche l’arrivo, o come finanziatore o come azionista, di Intesa Sanpaolo”. I membri di questa cordata, secondo i documenti che circolano “in via riservata negli ambienti vicini a Serravalle”, dovrebbero ripartirsi in parti uguali le azioni della Serravalle.

Intanto, come fa rilevare lo stesso articolo, le ultime scelte di Asam hanno provocato dei “mal di pancia” nei membri del cda della stessa società (partecipata all’80% dalla Provincia di Milano). Proprio quello che ci voleva, vista la situazione della galassia Serravalle.

giovedì 28 marzo 2013

Cerba: la decisione subito dopo Pasqua

A leggere i giornali, l’operazione Cerba, dopo gli annunci “di eccellenza” iniziali, sembra oggi essersi trasformata in una mera operazione di recupero crediti nei confronti del gruppo Ligresti (a questo proposito una banale considerazione: ci piacerebbe sapere se anche nei confronti di questo gruppo le banche hanno applicato le stesse ferree disposizioni da loro usate per valutare il merito di credito di aziende più semplici, più dinamiche, ma, come dire, magari meno “introdotte”).


Oggi, Milano Finanza (Concordato ImCo, ecco la newco, 28.03.2013, di Manuel Follis), torna ad occuparsi del Cerba dando notizia della costituzione di una nuova società, la Visconti srl, chiamata a presentare e a dare esecuzione al piano di concordato fallimentare delle due società immobiliari del gruppo Ligresti coinvolte nel caso Cerba (la ImCo e la Sinergia).

Per poter procedere alla presentazione del piano per il concordato fallimentare, la Visconti srl, oltre ad un accordo con altre società del gruppo Ligresti, dovrà sperare anche che il collegio di Vigilanza per il Cerba (Regione Lombardia, Comune e Provincia di Milano) rinnovi la convenzione edilizia necessaria a modificare la destinazione d’uso delle aree interessate dalla cosiddetta “Città della Scienza” e che gli oneri di urbanizzazione possano essere versati “a rate” e non in una unica soluzione.

Quindi, nel caso (improbabile) in cui il Collegio di Vigilanza si esprima negativamente, arriverebbe al capolinea l’esperienza del Cerba. La decisione è prevista subito dopo Pasqua.

Come scritto anche recentemente, questa potrebbe essere davvero l’occasione per riconsiderare tutta l’operazione Cerba, a partire da una sua nuova localizzazione più consona ad un progetto del genere. Questo anche per togliere quella originaria sensazione, accentuata dagli ultimi accadimenti, che al primo posto degli interessi, più che l’aspetto scientifico, ci sia quello immobiliare e ora di recupero crediti.


Illusioni di campagna

Ogni tanto, anche in campagna, leggendo, si lascia un piccolo spazio a minute e fugaci forme di illusione...

TEM: Agnoloni ufficialmente nuovo presidente

Come anticipato tempo fa anche da questo blog, nonostante i recenti problemi giudiziari, l'assemblea dei soci ha ufficialmente nominato Marzio Agnoloni, uomo di fiducia del presidente della  Provincia Podestà,  presidente della TEM spa.

Quindi, la stessa persona ricopre ora l'incarico di presidente di Serravalle, di amministratore delegato di Pedemontana e di presidente di TEM, queste ultime due società controllate proprio dalla Serravalle.
 
Vista la crisi economica in cui versa il gruppo, non sembra proprio una buona decisione (anche perché non si risparmierà sugli emolumenti...) soprattutto considerando i rapporti del presidente di Serravalle con gli altri soci.

martedì 26 marzo 2013

Serravalle: verso una riduzione del prezzo di vendita? Via alla svendita?

Se poche settimane fa, dopo una valutazione di Rothschild, il presidente di Serravalle Agnoloni affermava che il prezzo di vendita della sua società era corretto, oggi il Sole 24 Ore (Serravalle e il ribasso d’asta a gara aperta, 26.03.2013, di Sara Monaci) riporta di una lettera urgente inviata da Asam (la finanziaria della Provincia di Milano che controlla la Serravalle) agli azionisti nella quale si scrive che a causa “delle mutate condizioni economiche emerse in relazione alle prospettive future di traffico e pedaggi” la stessa Asam ha deciso di “affidare ad un soggetto terzo lo svolgimento di una nuova valutazione del prezzo” per vedere “se è opportuno rettificare i termini del bando di gara”.

Quindi, a gara aperta, un possibile ribasso del prezzo di vendita della Serravalle.

Ma il presidente della Provincia di Milano (si legga ad esempio Investitori avvisati: nessuna svendita per la Serravalle, Il Giornale, 29.11.2012) non aveva assicurato che la Serravalle non sarebbe stata svenduta? I fatti paiono contraddirlo...

PS: visto che tempo fa dirigenti di ASAM avevano affermato di non conoscere i conti di Serravalle, oggi è opportuno chiedersi se sono al corrente della valutazione data il mese scorso da Rothschild.

lunedì 25 marzo 2013

Slitta l’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano

Pochi giorni dopo la sua elezione in Consiglio Regionale, l’allora assessore al territorio della provincia di Milano, Alti, nonostante fosse da tempo in rotta con il presidente Podestà, aveva annunciato la volontà di portare in Giunta, prima del suo avvicendamento, il PTCP. Questo non è avvenuto.

Ora, con la nomina di un nuovo assessore, Franco De Angelis (partito repubblicano), i tempi di approvazione potrebbero allungarsi.

venerdì 22 marzo 2013

Cerba: la vicenda si complica (ulteriormente)

Il fallimento del gruppo Ligresti sta affondando anche il Cerba, la cosiddetta “città della scienza” che dovrebbe sorgere a Milano, in via Ripamonti, in aree ricomprese nel parco Agricolo Sud Milano e del tutto inadeguate a ricevere una iniziativa del genere.
 
Presentato come un centro medico di “eccellenza”, dopo aver seguito a tappe forzate un iter di approvazione piuttosto “confuso”, oggi sembra essersi ridotto, nel tentativo di “racimolare” qualcosa, ad una sorta di mera ultima spiaggia per i creditori del gruppo Ligresti.
 
E, in questo tentativo di recuperare parte delle cifre dovute dal gruppo Ligresti, sembrano non mancare neanche condotte poco corrette da parte di alcuni creditori.

Come riporta Il Giornale (Crac Ligresti, creditori appesi al Cerba, 22.03.2013, di Luca Fazzo, qui l’articolo completo), il comportamento di alcune banche hanno insospettito i giudici delegati dal Tribunale che quindi “hanno quasi azzerato il credito vantato dalle banche [Unicredit e Bpm] verso il fallimento, hanno chiesto la cancellazione dell’ipoteca sui terreni, e hanno accusato esplicitamente le banche di essersi fatte dare l’ipoteca per garantire vecchi crediti precedenti, ovvero per garantirsi la cassa alle spalle degli altri creditori. Questo – oltre ad aprire uno scenario di cui potrebbe interessarsi la Procura della Repubblica – lascia le due banche con un buco di oltre duecento milioni”.
 
A parte questo, la speranza dei creditori di recuperare qualche cosa si poggia tutto sulla politica. Comune di Milano, Provincia e Regione dovranno infatti stabilire se confermare o meno l’edificabilità dell’area del Cerba. Nel secondo caso i creditori vedrebbero volatilizzarsi immediatamente 120 milioni di euro che sperano di ricavare da queste aree.
 
Ma se invece dovessero decidere di incaponirsi a continuare in questa vicenda, siamo sicuri che, viste le “incerte” situazioni economiche di alcuni soci (ad esempio RCS), ci siano poi le risorse per realizzare davvero il Cerba e le opere accessorie? Infatti, nel caso in cui non ci fossero le condizioni necessarie per costruire questa “Città della Scienza”, le aree dovrebbero tornare inedificabili (come previsto dagli accordi). Quindi l’agonia più lunga non garantirebbe l'effettivo recupero di quei 120 milioni di euro.
 
Perché quindi non cogliere questa occasione e ripensare completamente l’operazione Cerba? Magari ripartendo da una sua localizzazione in un’area più adeguata a ricevere una iniziativa del genere.

giovedì 21 marzo 2013

La Provincia di Milano non controlla più Tangenziale Esterna

Il consiglio di amministrazione di TEM di ieri era chiamato a decidere se sottoscrivere o meno l'intera quota parte dell’aumento di capitale di 120 milioni di euro del suo braccio operativo, la Tangenziale Esterna (TE), la società chiamata materialmente a costruire la nuova autostrada tra Agrate e Melegnano.

Partecipata al 57%, l’impegno prevedeva per TEM un esborso di 68 milioni di euro. Tuttavia i suoi soci sono riusciti a raccoglierne solo 38,9.

Come riporta Milano Finanza (Passa ai privati la Tangenziale Esterna di Milano, 21.03.2013, di Manuel Follis), i soci di TEM “alla luce dei gravi rischi che deriverebbero nel caso di una sottoscrizione dell’intera quota” e “ in assenza di disponibilità finanziarie” “hanno approvato all’unanimità di non sottoscrivere l’intera quota dell’aumento”. La partecipazione di TEM spa (controllata dalla Serravalle e quindi dalla Provincia di Milano) nella TE spa passerà quindi dal 57% al 40%.

Nel frattempo Autostrade Lombarde (qui i suoi soci) si è impegnata a coprire ogni eventuale inoptato dell’aumento di TE. Sarà sufficiente?

Ridotto il peso della Provincia di Milano, diminuirà o aumenterà l’elevato tasso di litigiosità tra i soci?

mercoledì 20 marzo 2013

La Tangenziale Esterna ed il suo problematico aumento di capitale

Come noto, nei mesi scorsi, la Tangenziale Esterna (TE) ha varato un aumento di capitale da 120 milioni di euro.
 
Asam (la "finanziaria" della Provincia di Milano) e Banca Intesa hanno deciso di non sottoscrivere le loro quote parte (per complessivi 34 milioni di euro). Questo, con l’arrivo dell’inoptato sul mercato, ha creato i presupposti per un importante cambiamento della composizione societaria e quindi dei rapporti di forza tra i diversi azionisti all'interno di TE.
 
Oggi un cda di TEM spa (azionista di maggioranza di TE) dovrà decidere che cosa fare di questo aumento di capitale.

Come riporta Milano Finanza (Gdf in Pedemontana. TE verso i privati, 20.03.2013, di Manuel Follis), le ipotesi che, almeno al momento, si prospettano per TEM sono due:
- sottoscrivere completamente l’aumento di capitale di Tangenziale Esterna (operazione molto rischiosa visto che sarebbe senza copertura finanziaria);
- sottoscrivere solo quella quota dell’aumento di capitale coperto finanziariamente (operazione anch’essa rischiosa visto che la quota azionaria complessiva di TEM in TE passerebbe dall’attuale 57% a circa il 40% con la conseguente perdita del controllo della sua partecipata e con effetti imprevedibili sulla sua governabilità).
 
Non sono poi certo da escludere soluzioni intermedie che, limitando il rischio di acquisizioni azionarie non coperte finanziariamente, permettano a TEM di mantenere il controllo, seppur risicato, di TE. Cosa si è deciso lo si saprà tra qualche ora.

Pedemontana: perquisizioni della Guardia di Finanza

Nuovi problemi per le società della galassia della Serravalle. Come se non bastassero le notevoli difficoltà economiche del gruppo, ieri, martedì 19 marzo, la Guardia di Finanza ha perquisito la sede della Pedemontana. L'ipotesi di reato su cui sta indagando la Magistratura è quello di turbativa d'asta per alcune gare di appalto per la realizzazione dell'autostrada.

martedì 19 marzo 2013

Serravalle ancora scontri interni

Il Comune di Milano attacca il presidente di Serravalle che poi attacca tutti. Questa la sintesi dell’ultimo scontro nel consiglio di amministrazione della Serravalle.

Il Comune di Milano, infatti, nel cda del 15 maggio scorso, ha tentato di introdurre l’incompatibilità delle cariche tra la controllante (Serravalle) e la controllata (Pedemontana e TEM). Una esplicita mossa per tentare di ridimensionare il potere del presidente della Serravalle che oggi è anche amministratore delegato di Pedemontana e presidente di Tem spa. Tuttavia, grazie ai voti della Provincia di Milano (che ha la maggioranza), questa richiesta è stata respinta. Da sottolineare però come questo tentativo, come riporta Libero (La Provincia boccia l’affondo del Comune: salvo il presidente di Serravalle, 16.03.2013, di M.Rav.), sia stato suggerito da un consigliere comunale di minoranza, un ex fedelissimo di Podestà, un ulteriore segnale, semmai ce ne fosse il bisogno, di una fuga generalizzata da una corrente politica oramai allo sfascio.

Rintuzzato questo primo formale tentativo di ridimensionarne il ruolo (certamente ne seguiranno altri più organizzati), il presidente della Serravalle, al termine del cda, ha quindi attaccato duramente i soci privati, accusandoli, tra l’altro, di non aver sottoscritto l’aumento di capitale di Pedemontana (controllata dalla Serravalle). Questa mancata sottoscrizione è stata giudicata da Agnoloni “un segnale non bello da dare al mercato in questo momento di crisi”.

Secondo questo piccolo blog di campagna, per rimanere ai segnali mandati al mercato, non sono tanto belli neanche quelli legati alla difficile situazione economica di Serravalle e delle sue controllate, i continui litigi, le diverse lettere dei soci che contestano aspramente l’azione del presidente, l’avere un presidente alle prese con problemi giudiziari a Firenze e con i suoi referenti politici sempre più soli alla guida della Provincia di Milano.

venerdì 15 marzo 2013

Giù il bosco di Vione

Un penoso spettacolo si è presentato agli occhi dei passanti nella zona di cascina Vione, nel comune di Basiglio, vicino all’oasi di Lacchiarella. Lo scorso 13 marzo, in poche ore, nei pressi della storica cascina, in un’area considerata di “interesse naturalistico”, si è proceduto al taglio di numerosi alberi con l’abbattimento, così riferiscono, anche di querce ultracentenarie. L’intervento è stato autorizzato dall’ente Parco “per un miglioramento del bosco”...
 

TEM: problemi giudiziari per il neo presidente

Nell’ambito dell’inchiesta sulla Banca Credito Cooperativo Fiorentino, ipotizzando i reati di bancarotta e truffa, i pm di Firenze hanno rinviato a giudizio 67 persone.

Come riporta Il Fatto Quotidiano (Firenze, chiesto processo per Verdini e dell’Utri, 14.03.2013, qui l’articolo completo), una delle persone rinviate a giudizio è il neo presidente di TEM (oltre che presidente di Serravalle ed amministratore delegato di Pedemontana), Agnoloni.

Visto questo cumulo di cariche, i guai giudiziari fiorentini dovrebbero avere conseguenze importanti sulla gestione delle tre società, tutte impantanate in una grave crisi economica. Guidare poi la privatizzazione di Serravalle con simili accuse può rivelarsi un po’ problematico.

Questo rinvio a giudizio inoltre complicherà ancora di più i già oltremodo difficili rapporti tra i diversi soci della galassia Serravalle impegnati da tempo in un duro scontro interno. Venerdì 15, dopo il consiglio di amministrazione di Serravalle, è prevista una conferenza stampa del suo presidente.

martedì 12 marzo 2013

Le lucciole tra letteratura, musica e arti visive

Campo! Università di Milano-campagna
 
Le lucciole tra letteratura, musica e arti visive
Serata a più voci
 
Giovedì 21 marzo 2013 ore 21.00
Cascina Campazzo
Oratorio di Sant’Ignazio d’Antiochia alle marcite
 
2013, Una stagione piena di Lucciole

sabato 9 marzo 2013

Tem: non serve in campagna elettorale mentre dopo le elezioni serve?...

Pochi giorni fa si è riproposto un articolo dove si riportavano le dichiarazioni di contrarietà alla TEM espresse dai vertici locali della Lega. Posizione che si deve essere modificata (o non considerata dai vertici del partito) visto che uno dei primi atti del neo eletto presidente della Lombardia è stato quello di convocare soci, finanziatori e costruttori della TEM per cercare di sbloccare la situazione in cui questa nuova autostrada è precipitata.

Oggi registriamo anche la dichiarazione dell’ex candidato di Etico, ossia di quella parte politica che recentemente ha assunto una posizione di netta contrarietà alla TEM (l’avesse presa con altrettanta decisione quando era in maggioranza in Provincia....): “Ci vuole senso di responsabilità – osserva Andrea Di Stefano, ex candidato alle primarie per il Patto civico – se la Tem non fosse completata sarebbe un disastro”. (Un piano salva autostrade per il 2015, La Repubblica, 09.03.2013, di Andrea Montanari)

Per carità, ognuno può cambiare idea come e quando vuole (qui non ci si arroga il diritto di giudizio, solo di segnalazione). Però, forse, un po’ di chiarezza non guasterebbe. Questo piccolo blog di campagna non si stupisce (di non credere alle promesse elettorali ne aveva scritto qui), ma probabilmente una spiegazione sarebbe un gesto di rispetto soprattutto nei confronti delle persone che sfilavano con le bandiere di quella specifica parte politica alle manifestazioni contro la TEM.

[Aggiornamento 10.03.2013: modificato il titolo di questo post, originariamente  "La Tem ci vuole o non ci vuole? Caspita...mettetevi d’accordo"]

Un piano per salvare la TEM

Venerdì 8 marzo, si è tenuta una riunione tra i vertici della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, di quelli dei principali finanziatori e dei rappresentanti dei costruttori della nuova autostrada.

Secondo quanto riporta Repubblica (Un piano salva autostrade per il 2015, 09.03. 2013), ne è uscito un piano che, nelle intenzioni, dovrebbe permettere la prosecuzione dei lavori di un’opera alle prese con una grave crisi economica che ne sta mettendo a rischio i cantieri.

Dalla lettura dell’articolo sembra però che di decisioni e di accordi ne siano stati presi pochi. Infatti, i costruttori di Tem (Pizzarotti, Impregilo e Coopsette) si sono dichiarati “disponibili a discutere il versamento di una parte della quota dell’aumento di capitale”, mentre Banca Intesa si è detta disponibile a fare la sua parte “successivamente”. Quindi, in sostanza, nessuna novità rispetto ai propositi dei costruttori già manifestati da tempo e all’atteggiamento ancora interlocutorio di Banca Intesa.

mercoledì 6 marzo 2013

Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano (PTCP) presto in Giunta

Secondo quanto riporta Libero (Podestà ha deciso: Altitonante via tra dieci giorni, 02.03.2013, di F.Rub.),  il prossimo passaggio della “resa dei conti tra le correnti del Pdl in provincia” sarà l’allontanamento dell’ex fedelissimo di Podestà, l’assessore al territorio Alti, tra l’altro da poco eletto in consiglio regionale (poi sarà il turno dell’amministratore delegato di TE spa?).

Prima di questo avvicendamento però, entro una decina di giorni, verrà discusso dalla Giunta provinciale il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), il fondamentale strumento di pianificazione sovracomunale che, nello scorso ottobre, era stato sostanzialmente bocciato dalla Regione Lombardia.

lunedì 4 marzo 2013

TEM: nominato il nuovo presidente. Tutti contro tutti.

Come si era scritto nei giorni scorsi, la scissione della corrente politica che faceva riferimento al presidente della Provincia di Milano sta cominciando a produrre delle conseguenze anche nei consigli di amministrazione delle aziende partecipate dall’Ente.

La Provincia, infatti, ha nominato (a sorpresa?) Agnoloni presidente della TEM SpA. Una mossa di esplicita rottura visto che nelle settimane scorse la Provincia aveva indicato lo stesso Agnoloni nel cda di TE SpA, provocando la dura reazione di alcuni soci. Non sorprende così che Gavio, Impregilo ed Autostrade Lombarde si siano opposte a questa nomina.

Come scrive Milano Finanza (Agnoloni in Tem. Scoppia il caso, 05.03.2013, di Manuel Follis), la situazione della TEM è ora paradossale dato che il “consiglio di amministrazione di TEM che nei giorni scorsi all’unanimità ha dato mandato agli avvocati di valutare un’azione legale contro Agnoloni ma che ora si ritroverà lo stesso Agnoloni come nuovo presidente”.
 
Banca Intesa non era presente all’assemblea di Tem, ma, secondo quanto riporta ancora Milano Finanza, “avrebbe inviato una lettera di fuoco alla Provincia in cui lamenta mancanza di informazioni e chiarezza sia su Tem che su Pedemontana”.

Così ora il presidente di Serravalle, sgradito a molti altri soci, si ritrova ad essere anche ad di Pedemontana e presidente di TEM, tre società in “delicate” condizioni economiche. Probabilmente non la mossa più opportuna in vista della privatizzazione da un miliardo di euro della Serravalle. Ma il presidente della Provincia ha oramai solo una persona di cui si fida?

Se la Pedemontana fa acqua da tutte le parti

Mentre i soci litigano, la situazione economica della Pedemontana (gruppo Serravalle) si fa sempre più complicata. Come riporta il Corriere della Sera (Pedemontana, due mesi di ossigeno, 02.03.2013, di Paolo Marelli), se entro la fine di aprile non arriveranno i fondi necessari a pagare i costruttori, questi bloccheranno i lavori.

Secondo Assolombarda la Pedemontana sarebbe coperta finanziariamente per il 37%. Una stima forse venata di un certo ottimismo visto che  “ci sarebbero infatti da reperire 3 miliardi di euro su un costo totale della Pedemontana di circa 5 miliardi, mentre il contributo statale è di 1,2 miliardi. Obiettivo non facile da raggiungere in tempi di spending review”.

E la TEM come sta? Non molto meglio, visto che, nonostante i cantieri aperti lungo tutto il percorso, si sta pensando di realizzare solo il cosiddetto Arco-TEM, ossia quel tratto necessario per collegare la BreBeMi con la Rivoltana e la Cassanese.

Certo, resta una domanda, magari un po’ banale, sul perché aprire cantieri e massacrare un territorio, senza avere almeno programmato come reperire le risorse necessarie. Un po’ come si fa in tutte le aziende normali dove, soprattutto in fase di accesso al credito, la programmazione “alla viva il parroco” (partiamo e speriamo) riscontra da sempre scarso successo.