mercoledì 26 giugno 2013

Cerba: tutto rinviato a gennaio 2014...

Si è deciso di non decidere, una non-decisione che era nell’aria subito dopo l’audizione delle associazioni ambientaliste di settimana scorsa.

Il Collegio di Vigilanza per il Cerba ha rinviato infatti ogni decisione sul futuro del “Centro Europeo di ricerca biomedica” al gennaio 2014. In quella data si verificherà l’esistenza o meno delle condizioni per poter continuare il progetto della cosiddetta “Città della Scienza” all’interno del Parco Agricolo Sud Milano.

Contestualmente il Comune di Milano ha sospeso fino al 31 dicembre 2013 la diffida nei confronti dei proponenti del Cerba. La motivazione di questa sospensione: se le banche “vogliono fare il Cerba, si palesino” (Cerba congelato, Corriere della Sera, 27 giugno 2013, di Rossella Verga). In sostanza, lo stesso motivo che l’aveva spinto a inviare la prima diffida nel marzo scorso. Evidentemente, in questi tre mesi, tra nuovi progetti con centri commerciali e residenza privata, minacce  di ricorsi al TAR, nessuno è stato "in grado di assumersi gli impegni assunti (tra cui 90 milioni da versare nelle casse di Palazzo Marino)"

A margine di questo incontro del Collegio di vigilanza, è da registrare che la Commissione Sanità del Consiglio Regionale ha raccomandato alla Giunta di mantenere ferma la linea programmatica iniziale che non prevede alcuna forma di finanziamento regionale diretto e indiretto' al Cerba. Una importante raccomandazione, visto che da tempo sono state messe in giro voci su un possibile acquisto da parte della Regione, per circa 250 milioni di euro, dei terreni su cui dovrebbe sorgere il Cerba.

venerdì 21 giugno 2013

TEEM: dal project financing al present financing?

Un regalo. Ai privati. Pagato dal pubblico. Ecco quello che rischia di diventare la Tangenziale Est Esterna di Milano. Un regalo ancora più sostanzioso dopo i 350 milioni di euro stanziati a favore di TEEM nel recente “decreto del fare”.

Da sempre propagandata come un esempio di project financing con fondi privati, in realtà questa nuova autostrada è stata finanziata soprattutto con fondi pubblici attraverso sue partecipate (a partire da Serravalle). Se non fosse così, molto difficilmente i vertici di TEEM (come quelli di Serravalle o Pedemontana) sarebbero indicati dalla Provincia di Milano.

Il problema è che ora questa nuova autostrada, da project financing taroccato rischia davvero di diventare un “present financing”, la finanza del regalo: ossia realizzare un’opera con fondi in gran parte pubblici che viene poi “donata” ai privati. Anche con la svendita della Serravalle.

mercoledì 19 giugno 2013

Cerba: un appello delle associazioni ambientaliste

Il 19 giugno, le associazioni ambientaliste hanno illustrato alla Commissione Ambiente del Comune di Milano le ragioni della loro contrarietà al progetto del Cerba. In questa occasione hanno consegnato al Sindaco di Milano, al Presidente della Provincia di Milano e al Presidente della Regione Lombardia un appello per chiudere la vicenda del Cerba e restituire i terreni alla destinazione agricola originaria.

Il testo dell’appello

Illustri Presidenti e Sindaco,
i vostri predecessori (i sindaci Albertini e Moratti, il presidente Penati e il presidente Formigoni), hanno avviato e sviluppato un progetto, il CERBA, che, ancorchè animato da positivi e condivisi intenti di sviluppo di un polo scientifico e biomedico di alto livello nonchè capace di integrare tra loro ricerca, cura e assistenza, da subito si rivelò sbagliato nella localizzazione.

Ora, a quasi 10 anni dalla prima idea, tutto è molto più chiaro: quello che si vorrebbe presentare come un progetto di eccellenza lombarda, si affianca ad un intervento di carattere speculativo, parzialmente occultato dalla mission scientifica, i cui presupposti però sono stati travolti dai duri colpi di una crisi che ha colpito in particolar modo gli investimenti immobiliari, lasciando sul campo enormi debiti, che alcuni originari finanziatori sperano di recuperare ottenendo il via libera ad una grande operazione immobiliare capace, in virtù della notorietà del brand (termine usato testualmente nel corso delle audizioni svoltesi in questi giorni in Consiglio Regionale dai manager  di Fondazione Cerba), di forzare i vincoli e le limitazioni apposti su 620.000 aree agricole pregiate del Parco Sud: una perdita di suolo agricolo pari a quella comportata dalla piastra espositiva di Expo, ma riferita a terreni di più elevata caratterizzazione agronomica e paesaggistica.

Essendo fallito l’operatore finanziario che l’aveva promosso, è venuto meno il fondamentale attore immobiliare del progetto. Ma se malauguratamente dovesse risorgere con nuovi nomi, si tratterebbe di un grosso e indebito aiuto pubblico a spese dei cittadini di Milano e del loro Parco Agricolo, a beneficio di investitori privati che, nel momento in cui hanno esposto dei capitali, non potevano essere inconsapevoli dei rischi di investimento. Pur comprendendo ogni sforzo costruttivo finalizzato a non far soccombere la mission scientifica e sanitaria del progetto, riteniamo che sia ora di voltare pagina rispetto ai fondamentali planivolumetrici e localizzativi di un sito malamente individuato in rapporto alle dotazioni di servizi e di prossimità alla città, e che proprio per questo produrrebbe costi economici e ambientali difficilmente giustificabili a carico della comunità.

E' a Voi - Sindaco di Milano, Presidente della Provincia e Presidente della Lombardia - attuali amministratori della cosa pubblica, che è affidato il compito e la responsabilità di chiudere l'iter urbanistico del progetto CERBA restituendo i terreni alla destinazione agricola originaria: questo è l’unico modo, se l’idea scientifica è ancora valida, di farla rinascere in fretta in altro luogo, con maggior dignità, preservando allo stesso tempo un patrimonio irripetibile per la cultura e la bellezza del paesaggio milanese, ma anche per la salute e il benessere dei suoi cittadini: il Parco Agricolo Sud Milano.

Siamo certi che vorrete prendere serenamente in considerazione questo nostro appello, con la consapevolezza che, specie in quest'epoca difficile per l'economia e la vita dei cittadini, è precisa responsabilità di chi amministra la cosa pubblica il mantenimento di preziosi, insostituibili, patrimoni territoriali e culturali.

martedì 18 giugno 2013

Serravalle: tutto rimandato al 16 luglio

L’assemblea dei soci della Serravalle, dopo aver approvato il bilancio, ha rinviato al prossimo 16 luglio ogni decisione su come reperire le risorse per le nuove infrastrutture e sul rinnovo del suo Consiglio di Amministrazione. In quella data si conoscerà l’esito del secondo bando di vendita della Serravalle, un esito che al momento appare scontato visto che, ad oggi, sono mancate manifestazioni di interesse.

Serravalle: l’assemblea decide come finanziare TEM e Pedemontana.

Con la grande incognita del risultato del bando per la vendita dell’82% del suo capitale azionario (anche se quasi tutti danno per scontato un esito negativo) , si apre oggi l’assemblea della Serravalle. Oltre al rinnovo delle cariche societarie (con il nodo del presidente Agnoloni, sostenuto fortemente dalla Provincia di Milano, socio di maggioranza, ma non ricandidabile a causa del recente decreto anticorruzione), l’assemblea sarà chiamata a decidere come reperire le risorse per finanziare la Tangenziale Est Esterna di Milano e la Pedemontana.

Il Sole 24 Ore (Serravalle cerca fondi per le opere, 18 giugno 2013, di Sara Monaci) prospetta tre scenari:
a) Aumento di capitale di 300 milioni da utilizzare per sottoscrivere una quota parziale della ricapitalizzazione di Tangenziale Esterna (TE) e per garantire un lotto di 15 chilometri della Pedemontana
b) Nessun aumento di capitale. La Serravalle rimane pubblica e procede alla vendita di TE e del 30% di Pedemontana
c) Aumento di capitale di 600 milioni da destinare al finanziamento di TE (150 milioni) e di Pedemontana (450 milioni). In questo caso, il controllo pubblico della società sarebbe messo in discussione.

Il quarto scenario è quello che l’assemblea decida di non decidere in attesa del 10 luglio, quando si chiuderà il bando di vendita della società. Nel frattempo, gli avvocati avrebbero anche tutto il tempo per tentare di individuare una soluzione che permetta ad Agnoloni di rimanere alla presidenza della Serravalle.

domenica 16 giugno 2013

Ma come viene gestita la vendita della Serravalle?

Tra poco più di una ventina di giorni si chiuderà il secondo bando per la cessione della Serravalle. Il 10 luglio, infatti, si scoprirà se l’82% del capitale azionario della Serravalle (azionista di riferimento anche di Pedemontana e Tangenziale Est Esterna di Milano) ha trovato un acquirente disposto a pagare 660 milioni di euro. La sensazione è quella che anche questa volta l’asta vada deserta.

Come riporta il Corriere della Sera (Serravalle, salta la conferma di Agnoloni, 16 giugno 2013, di Elisabetta Soglio)  infatti “i venditori non sono ottimisti sull’esito del bando, che probabilmente andrà deserto: troppo alto il prezzo, come per altro ammesso anche da Carmen Zizza, dg Asam, la cassaforte della Provincia”(che detiene il 52% delle azioni della Serravalle).

Ora la domanda è: dove si è mai visto un venditore che fissa il prezzo e poi dice che l’asta andrà deserta perché il prezzo è troppo alto?

A questo punto, sta prendendo corpo l’ipotesi di un terzo bando da chiudere entro settembre 2013. Questa volta naturalmente ad offerta libera.

A creare ulteriore incertezza, la notizia che la Serravalle rischia di arrivare a questa scadenza senza un presidente. Infatti, l’attuale presidente Agnoloni, per quanto previsto dal decreto legge 39 anticorruzione entrato in vigore a maggio, è incompatibile. La legge prevede infatti che non possa essere conferito un simile incarico “a chi nei due anni precedenti sia stato presidente o amministratore delegato di una società a controllo pubblico. Ed Agnoloni, oltre ad essere presidente della Serravalle, oggi è anche presidente della TEM spa ed amministratore delegato della Pedemontana. L’espediente ipotizzato dalla Provincia di Milano per superare questa incompatibilità è quello di tenere aperta l’assemblea della Serravalle chiamata ad eleggere il nuovo presidente fino al 10 luglio. Questo permetterebbe ad Agnoloni di rimanere in carica e gestire la sempre più improbabile vendita della società.

Cerba: il pubblico si accolla gli errori delle banche?

Circola da qualche tempo l’ipotesi che i terreni su cui dovrebbe sorgere il Cerba, possano essere acquistati dal pubblico: circa 250 milioni euro pagati dalla Regione alle banche per farle rientrare parzialmente dai loro crediti erroneamente concessi al fallito gruppo Ligresti. Un regalo doppio?

La Regione, attraverso l’assessore alla sanità, smentisce in modo categorico (Pisapia, sì al Cerba ma nel rispetto delle regole, Corriere della Sera, 16 giugno 2013). E’ un auspicio. Il pubblico che acquista dei terreni per farci costruire un ospedale privato, con annessa edilizia residenziale e centro commerciale, e solo per aiutare delle banche, forse è una soluzione troppo azzardata.

Nel frattempo, le banche esposte nei confronti del gruppo Ligresti hanno spiegato i motivi di queste errate valutazioni creditizie? Hanno forse usato gli stessi ferrei parametri che usano per le richieste di prestito avanzate da aziende “normali”?

Ma non dicevano che la TEEM era finanziata solo da capitali privati?

Sabato 15 giugno, il governo ha approvato il cosiddetto “decreto del fare”. Tra i tanti interventi previsti c’è anche una norma “sblocca cantieri” per opere da 3,2 miliardi di euro. Tra le opere che riceveranno fondi, Libero (Tre miliardi in cantieri, 16 giugno 2013) e Corriere della Sera (Biglietto del tram, si ipotizza un aumento, 16 giugno 2013, di Santucci, Stella) riportano la Tangenziale Est Esterna di Milano: 350 milioni di euro per terminare i cantieri.

Ma non ci continuano a dire che la TEEM è finanziata solo da capitali privati? A questi si aggiungeranno anche altre sovvenzioni pubbliche sotto forma di agevolazioni fiscali? O lo Stato sta finanziando una autostrada che poi, magari svendendo la Serravalle, “regalerà” a dei privati?

giovedì 13 giugno 2013

Cerba: scontro con il Comune di Milano sugli oneri di urbanizzazione

 
Lo scorso 12 giugno si è tenuta una nuova riunione della Commissione Sanità della Regione Lombardia sul caso Cerba. A questa riunione sono intervenuti i curatori fallimentari della IMCO (che rappresentano i creditori del fallito gruppo Ligresti, soprattutto banche).

Secondo quanto riportano diversi quotidiani, i curatori fallimentari, minacciando anche un ricorso al TAR, pretendono:
- una profonda revisione del progetto del Cerba  con l’inserimento di funzioni residenziali e commerciali)
- un impressionante sconto sugli oneri di urbanizzazione da pagare al Comune di Milano (da 92 a 30 milioni di euro)
- la rinuncia alla trentennale gestione del parco di 30 ettari (prevista dall’accordo di programma firmato nel 2009)

Questo piccolo blog di campagna si chiede: quando si voleva costruire solo la cosiddetta “Città della Scienza” gli oneri di urbanizzazione da corrispondere al Comune di Milano ammontavano a 98 milioni di euro. Ora che, oltre alla “Città della Scienza”, si vogliono costruire “ipermercati e case” (Oneri alti, Cerba a rischio, Corriere della Sera, 13 giugno 2013, di Ravizza e Senesi), si pretende che gli oneri di urbanizzazione siano di soli 30 milioni? Un terzo di quanto fissato? Forse è un po’ troppo? Sì, forse è davvero troppo considerando anche che, secondo quanto riporta Repubblica, il fallito gruppo Ligresti deve ancora una decina di milioni di euro al Comune di Milano per oneri di urbanizzazione mai versati per altre operazioni immobiliari (Cause, oneri da pagare, progetti fermi, la scomoda eredità del re del mattone, 13 giugno 2013, di Alessia Gallione)...
 
Certo, se davvero si dovesse accettare questo sconto (che, vista la cifra, pare più opportuno definire svendita), siamo sicuri che la Corte dei Conti non abbia elementi per intervenire?
 
Da qui al 28 giugno, termine fissato dal Comune di Milano per firmare alcuni atti integrativi all’Accordo di Programma per il Cerba, ci sarà molto lavoro per gli uffici stampa. Il prossimo appuntamento è previsto il 18 giugno quando si riunirà la segreteria tecnica dell’accordo di programma. Il Comune di Milano sarà ancora l’unico Ente  a chiedere semplicemente il rispetto degli accordi firmati?

mercoledì 12 giugno 2013

Tangenziale Est Esterna di Milano: risolverà i problemi del traffico?

Il motivo dichiarato che ha portato alla realizzazione della nuova Tangenziale Est Esterna di Milano (o almeno all'apertura di diversi cantieri) è quello che risolverà i problemi dei pendolari. E' così? Proveremo a rispondere a questa domanda martedì 18 giugno con un piccolo video.

giovedì 6 giugno 2013

Passeggiate nel Basso Milanese: il pastore di Chiaravalle


Ma il Cerba serve a ripianare i debiti del fallito gruppo Ligresti nei confronti di poco attente banche?

Dalla piega che hanno preso gli eventi, a questo piccolo blog la vicenda del Cerba, più che quella di un polo scientifico all’avanguardia, sembra essere oramai diventata una mera operazione per far rientrare alcune banche dai loro prestiti concessi, forse con troppa leggerezza, al gruppo Ligresti.

E questa sensazione rimane anche dopo la presentazione del nuovo progetto avvenuta ieri in Regione Lombardia (un progetto tra l’altro ancora pieno di punti interrogativi, a cominciare dai soggetti che ne faranno parte).

Perché questa sensazione? Per cercare di spiegarla, un piccolo riassunto della vicenda dei terreni.

Tutto inizia quando il gruppo Ligresti, mantenendone la proprietà, “mette a disposizione” del Cerba più di 60 ettari di aree agricole, inserite nel Parco Agricolo Sud Milano, per costruirci la cosiddetta “Città della Scienza”. Proprio per le finalità del Cerba, in modo non certo condivisibile, l’iter per rendere edificabili queste aree e stralciarle dal Parco Sud è piuttosto veloce (se gli stessi proponenti, per la stessa area avessero presentato un progetto di edilizia residenziale con annesso centro commerciale, il progetto molto difficilmente sarebbe stato preso in considerazione). Alla fine, nel momento in cui queste aree da agricole diventano edificabili (contestualmente alla loro esclusione dal perimetro del Parco Sud), il loro valore di mercato passa, secondo quanto riportano i quotidiani, da 3 a 250 milioni di euro circa.

Nel frattempo il gruppo Ligresti fallisce con 330 milioni di debiti nei confronti di alcune banche. Questi debiti, meglio ricordarlo, non hanno nulla a che fare con la vicenda del Cerba. Hanno a che fare solo con gli errori di valutazione di queste banche nei confronti del gruppo Ligresti. Ora queste banche cercano di rientrare e, tra le altre cose, si aggrappano anche ai terreni del Cerba e cercano quindi di tenere in vita il progetto del nuovo ospedale. Infatti, se questo decadesse, automaticamente i terreni sui quali dovrebbe sorgere tornerebbero a destinazione agricola: il loro valore di mercato crollerebbe immediatamente da 250 a 3 milioni di euro. Le banche puntano semplicemente a non perdere quei 250 milioni di euro nella procedura fallimentare del gruppo Ligresti.

E poi? Se si dovesse firmare la convenzione, il Cerba si fa? Non è detto. Il progetto oggi è bloccato per un motivo molto semplice: i soci del Cerba, al momento, non paiono in grado di garantire quel miliardo e passa di euro necessari per la costruzione dell’ospedale (nella sua versione originale, quella tutta dedicata alla ricerca). Ecco perché ora, per cercare di racimolare risorse, compaiono nel nuovo progetto altre cose del tutto estranee alla missione della “Città della Scienza” come ad esempio il centro commerciale e “case non destinate esclusivamente a soddisfare i bisogni sanitari” (Cerba, futuro appeso ad un filo, Corriere della Sera, 6 giugno 2013, di Simona Ravizza).

Se i soci avessero davvero le risorse per realizzare il progetto originario e pagare i dovuti oneri di urbanizzazione al Comune di Milano, non ci sarebbe alcun problema e lo stesso Comune di Milano, lo scorso marzo, non si sarebbe visto costretto ad inviare loro una diffida per spingere i proponenti a fare chiarezza sulle loro reali intenzioni.

Ecco perché a questo piccolo blog sembra che anche la presentazione del progetto di ieri possa essere solo un tentativo per cercare di convincere il Comune di Milano a firmare il 28 giugno la convenzione per il Cerba o quanto meno per rinviarla. Una decisione per i creditori del gruppo Ligresti. Non per il Cerba.

La missione dichiarata dal Cerba è lodevole. Lo è anche il suo iter? L’unica certezza, almeno per questo blog, è che è del tutto sbagliata la sua localizzazione.