giovedì 27 febbraio 2014

Petizione per il ponte ciclopedonale sul fiume Lambro

A questo indirizzo è possibile leggere e firmare la petizione promossa dall’Associazione Difesa Lambro che chiede che venga realizzato il ponte ciclopedonale sul fiume Lambro.

Il progetto del ponte, infatti, una delle opere previste esplicitamente come compensazione alla TEM e alla bretella stradale tra la Cerca e la Binasca, è stato improvvisamente cancellato dalla lista di quelli da realizzare a causa della sua “incompatibilità” con Rocca Brivio.

Una doppia beffa visto che questa pista ciclabile fu uno degli argomenti usati per cercare di abbindolare alcune realtà che si opponevano alla TEM e alla bretella stradale tra la Binasca e la Cerca che, evidentemente, per qualcuno, hanno impatti visivi sul delicato sistema del circondario di Rocca Brivio inferiore a quello di una pista ciclabile...
 

mercoledì 26 febbraio 2014

Abbattuto un nuovo bosco. Questa volta a San Donato Milanese.

Si riporta integralmente il comunicato stampa del WWF Sud Milano che denuncia  l’abbattimento del bosco che sorgeva lungo le sponde del Lambro...nulla da aggiungere....

Abbattuto l’ultimo bosco veramente naturale di San Donato Milanese

Con grande amarezza dobbiamo constatare che da qualche giorno il territorio di San Donato è diventato più povero! E’ stato raso al suolo uno dei pochi boschi esistenti lungo le sponde del fiume Lambro. La nostra associazione nel corso degli ultimi anni si era spesa pubblicamente e a più riprese per salvarlo, per farlo conoscere alla cittadinanza, impiegando molte ore di lavoro e energie per elaborare progetti di valorizzazione. Lo avevamo battezzato Bosco degli ex Pioppeti; adesso dobbiamo riferirci a quell’area con una “ex” in più.

Per i non addetti ai lavori, ci si riferisce alle due porzioni di boschi limitrofe che si estendevano su una superficie di più di tre ettari dietro al cimitero della nostra città, in un angolo della grande area agricola che va dalla Via per Monticello al Lambro e dai laboratori ENI verso sud, fino al confine con San Giuliano Milanese. Adesso non esiste più nulla, è bastato un atto formale di abbattimento per vanificare anni di impegno per tutelarlo.

La nostra associazione vi ha organizzato visite guidate, ha elaborato progetti e ha cercato di coinvolgere le Amministrazioni con l’idea di realizzare un corridoio naturale lungo il Lambro e quei boschi erano un cardine importante per il loro grande valore naturalistico. Recentemente poi l’amministrazione di San Donato Milanese, raccogliendo un progetto del WWF, aveva cercato di ottenere i finanziamenti necessari attraverso un Bando Cariplo per uno studio di fattibilità proprio per la realizzazione del corridoio naturale, purtroppo non andato a buon fine. Il progetto, bocciato sostanzialmente per un vizio di forma, avrebbe potuto essere ripresentato l’anno prossimo. Adesso non avrebbe senso farlo. Come si può sperare nel ripristino di un’area fluviale se non si riesce nemmeno a tutelare componenti così importanti?

Cosa rendeva questi boschi così importanti? Si trattava di ex pioppeti che per più di venti anni erano stati lasciati liberi di evolversi in maniera spontanea. Ciò ha permesso l’instaurarsi di un ambiente tipicamente legato a zone igrofile umbratili e coperte da vegetazione arborea, con un grande sviluppo di biodiversità. In poche parole: era nato un bosco. Lo stato di abbandono era lampante: il sottobosco era rigoglioso e non compatibile con le lavorazioni commerciali legate alla pioppicoltura tradizionale, molte delle piante originariamente messe a dimora erano giunte da tempo alla fine della loro vita e moltissimi alberi giacevano a terra schiantati dagli eventi atmosferici lasciando il posto ad essenze tipiche della pianura padana.

Perché allora è stato tagliato? Difficile dare una risposta ad una domanda del genere.  Sbaglieremmo di molto se pensassimo che qualcuno abbia preferito togliere di mezzo un elemento del territorio estraneo ad usi agricoli intensivi? In fondo per la visione di molti, è lo scopo principe cui dovrebbe essere votata la nostra pianura. E se così fosse, colui che ha decretato l’abbattimento non ha di certo considerato il fatto che la presenza di un bosco avrebbe permesso l’accesso a finanziamenti regionali concepiti per la tutela di questi ambienti.

Da parte nostra c’è il grande rammarico di non aver proceduto con l’iter per farlo riconoscere formalmente come bosco. Un piccolo, semplice atto che forse ne avrebbe impedito l’abbattimento.

Ma allo stesso tempo ci chiediamo: era un compito solo nostro? La sua esistenza e la sua importanza era ben nota a tutta l’Amministrazione Comunale, alla Provincia e al Parco Sud.  Solo un paio di mesi fa era stato indetto un incontro pubblico, promosso da Legambiente e Politecnico di Milano, nell’ambito di un  ben più importante processo di recupero del fiume stesso, e i succitati attori erano stati tutti attivamente coinvolti.

Quindi la domanda che vogliamo rivolgere loro è: la tutela degli ambienti naturali veri e propri, quelli che hanno un profondo valore ambientale, è affidata solo ed esclusivamente ad un’associazione come la nostra? E chi ci amministra non si sente in dovere di attivarsi in prima persona per una realtà del territorio tanto rara e preziosa?
WWF Sud Milano

lunedì 24 febbraio 2014

Corte dei Conti: dall’acquisto della Serravalle danno erariale per 118 milioni di euro


Nel corso della relazione tenuta alla cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore regionale della Corte dei Conti è tornato ancora una volta sulla vicenda dell’acquisto del 2005 della Serravalle da parte della Provincia di Milano, allora guidata dal centrosinistra di Penati.

L’acquisto del 15% delle azioni della Serravalle dal gruppo Gavio (ironicamente oggi co-azionista di maggioranza della Tangenziale Est Esterna di Milano fino a pochi mesi fa controllata dalla stessa Serravalle....) viene giudicato “assolutamente incongruo ed eccessivo rispetto a quello di mercato, ciò con conseguente pregiudizio per le finanze pubbliche” stimando il danno erariale in circa 118 milioni di euro.

Una notizia non certo nuova. Ora la domanda è: questo danno erariale, come richiesto dalla stessa Corte dei Conti, restituendo quanto dovuto, sarà "riparato" da chi si è reso protagonista di una scelta del genere? Sarebbe un messaggio importante a chi ancora oggi gioca a fare l’imprenditore con i soldi pubblici.

mercoledì 19 febbraio 2014

Cerba: firmata la decadenza del Piano Integrato di Intervento.

Il Comune di Milano ha firmato l’atto di decadenza del Piano Integrato di Intervento (PII) del Cerba, la cosiddetta “Città della Scienza”. Lo riporta Repubblica (Sul Cerba “minaccia” di 100 milioni, 19 febbraio 2014, di Alessandra Corica)

Ora il passo successivo è dichiarare la decadenza del relativo Accordo di Programma del 2009 con l’automatico reinserimento delle aree nei confini del Parco Agricolo Sud Milano (in estrema sintesi: le aree su cui dovrebbe sorgere il Cerba,  nel 2009 di proprietà del gruppo Ligresti,  erano tutte ricomprese nei confini del Parco Sud dal quale erano state stralciate a condizione che, nel caso di mancata realizzazione, sarebbero state reinserite nell’area “protetta”). Questo sempre nel caso in cui le trattative in corso per il “nuovo” Cerba non portino ad un nuovo progetto. Ipotesi non certo improbabile.

Intanto non si è fatta attendere la reazione dei curatori fallimentari del gruppo Ligresti che, a causa della minusvalenza del valore dei terreni che da edificabili tornerebbero ad essere inedificabili, oltre ad un nuovo ricorso al TAR, ha minacciato una richiesta di danni al Comune di Milano di 100 milioni di euro per la mancata realizzazione del Cerba...

giovedì 13 febbraio 2014

Espropri: la TEM non paga. Sette aziende agricole fanno causa

I lavori per la realizzazione della nuova Tangenziale Est Esterna di Milano sono cominciati da quasi due anni, ma alcuni proprietari delle aree su cui passerà non hanno ancora visto un euro delle cifre dovute per gli espropri. Così sette aziende agricole di Dresano, Casalmaiocco e Mulazzano hanno fatto causa a Tangenziali Esterne. Lo riporta Il Cittadino (TEM, guerra sugli espropri, 14 febbraio 2014, di Emanuele Dolcini).

Il ritardo, secondo l’articolo, sarebbe dovuto all’utilizzo di una procedura che permette di ritardare i pagamenti. Invece dell’esproprio si è infatti usata la procedura di “ingresso d’urgenza” che potrebbe permettere la liquidazione degli indennizzi...Ora sarà il Tribunale a valutare la correttezza del comportamento della TEM.

martedì 11 febbraio 2014

Corte dei Conti: spese folli e stipendi d’oro alla Provincia di Milano

“Una situazione finanziaria che presenta rischi di mancata copertura, con spese per assunzioni e consulenze fuori controllo, e società controllate che - pur se sull’orlo del fallimento o gravate da pesanti debiti – hanno continuato ad assumere”. Questa, come riporta Repubblica (Spese folli e stipendi d’oro, 11 febbraio 2014, di Sandro De Riccardis), l’impietosa fotografia della Corte dei Conti nella relazione che conclude l’indagine sulla gestione economica della Provincia di Milano.

Delle ingiustificate spese per il personale, con funzionari della Provincia che si mettono in aspettativa per essere assunti, senza motivo, con ruoli dirigenziali da una partecipata, se ne era già trattato.
 
L’articolo di Repubblica si concentra sulla gestione delle partecipate, a partire dalla famigerata Asam (Azienda sviluppo ambiente e mobilità) la società che, tra le altre cose, detiene la maggioranza della Serravalle. Nonostante una situazione finanziaria quantomeno drammatica (la vicenda della Serravalle ha già generato una minusvalenza di 300 milioni di euro che rischiano diventare 500), i costi del personale di Asam aumentano del 50% (da 366 mila euro del 2011 ai 546 mila del 2012), quelli per i servizi del 185%! (da 878 mila a 2,5 milioni), mentre dirigenti e dipendenti risultano avere, senza alcuna giustificazione, “una retribuzione particolarmente elevata” (in media 156 mila euro a dipendente). A questo si aggiungono poi le solite consulenze per circa 1,8 milioni di euro. Soldi evidentemente mal spesi visti i tragici risultati economici di Asam.

Esemplare infine il caso di Afol (Agenzia per la formazione ed il lavoro) che, nata per favorire l’occupazione dei milanesi, alla fine, forse per l’incapacità di assolvere al suo ruolo, sembra essersi dedicata “alle assunzioni in proprio”, con il personale che in due anni passa da 206 a 233 unità.
 
Sedici complessivamente le irregolarità riscontrate con i relativi atti che sono stati inviati alla procura contabile per verificare se sussistano gli estremi del danno erariale a carico degli amministratori delle società e della Provincia. Non resta che attendere.
 
Intanto non si può non pensare con un certo fastidio ai tanti tagli della Provincia giustificati dalla spending review...

domenica 9 febbraio 2014

Tangenziale Est Esterna di Milano: per chi crede ancora che sia finanziata completamente con capitali privati

Lo scorso 7 febbraio, il presidente della Regione Lombardia, Maroni, ha attaccato la “burocrazia romana” accusandola di mettere a rischio la Tangenziale Est Esterna di Milano. Secondo Maroni, infatti, la mancata immediata erogazione dei primi 70 dei 330 milioni di euro regalati a TEM con il cosiddetto “decreto del fare”, avrebbe messo a rischio i cantieri della nuova autostrada (Sea scontro Maroni-Pisapia, Il Giornale, 8 febbraio 2014, di Giannino della Frattina).

Il giorno successivo, un po' stranamente, viene subito annunciata l'avvenuta firma del decreto per sbloccare i primi fondi per la TEM (Malpensa, il ministro Lupi rassicura, Corriere della Sera, 8 febbraio 2014).

Una vicenda questa che, a cominciare dalla capacità di comunicazione Stato-Regione, ha dei passaggi poco chiari ma che, tra le altre cose, rappresenta anche un nuovo ed ennesimo colpo alla credibilità di chi per anni non si è fatto problemi nel sostenere in ogni occasione che la Tangenziale Est Esterna fosse finanziata completamente con capitali privati...

Ora questo decreto, prima di essere esecutivo, dovrà essere valutato dalla Corte dei Conti. Ci saranno sorprese?
 

giovedì 6 febbraio 2014

Serravalle: costi lievitati sugli appalti per creare fondi neri?

Costi lievitati sull’appalto per i lavori della terza corsia della Milano-Genova in cambio del pagamento da parte del gruppo Gavio di 2 milioni di euro “come finta caparra immobiliare” a Piero di Caterina, “per anni finanziatore di Penati”. Questa la nuova accusa rivolta all’ex presidente della Provincia di Milano e agli altri imputati al processo del cosiddetto “Sistema Sesto” attualmente in corso a Monza. In particolare, la maggiorazione di costi riguarderebbe l’appalto per la bonifica dei terreni da eventuali ordigni bellici ed i lavori necessari per la presenza di un cavo di fibre ottiche della Telecom.

Lo riporta Il Giorno (Penati e la Serravalle: costi delle opere lievitati per fare cassa in nero, 6 febbraio 2014, di Stefania Totaro).

Secondo l’accusa “la maggiorazione dei costi aggiunte in seguito al contratto di appalto erano infondate”, mentre per la difesa questa fu causata da prescrizioni giunte successivamente alla stipula del contratto.