venerdì 12 luglio 2013

Serravalle: ora il prezzo lo deciderà il mercato


A margine di un incontro sulla città metropolitana, il presidente della Provincia di Milano, Podestà, è tornato sulla vicenda della mancata vendita della Serravalle dichiarando che “non vogliamo svendere ma sarà il mercato a decidere il prezzo”. Una affermazione che non sorprende e che non fa che aumentare ulteriormente il timore di una svendita della Serravalle.

Le possibilità, come riporta Il Sole 24 Radiocor, sono ora due: una nuova perizia che stabilisca una nuova base d’asta per la Serravalle oppure una gara simile a quella svolta per Sea, ossia un’asta al ribasso.

La decisione su come procedere dovrebbe arrivare entro la fine del mese di luglio.
 

Asta deserta Serravalle: squadra che perde non si cambia...

Che il bando per la vendita della Serravalle andasse deserto era stato previsto da molti. Quello che invece sorprende in questa vicenda è che gli stessi venditori (Asam, la società della Provincia di Milano che detiene la maggioranza delle azioni della Serravalle), ossia gli stessi che avevano fissato il prezzo di 4,45€ per azione, dopo la pubblicazione del bando, avevano anticipato che non si sarebbe trovato alcun acquirente a causa del prezzo elevato. Una mossa, vista anche la cifra in ballo (660 milioni di euro), di una leggerezza incomprensibile: avete mai visto un venditore farvi un prezzo e poi dirvi che è troppo alto? Che cosa pensereste? Che vuole davvero vendere?

Come se non bastasse, col bando di vendita già aperto, si era fatta trapelare la possibilità di una cessione disgiunta di parte della Pedemontana (si parlava del 30%), partecipata dalla Serravalle. Il risultato è stato ovviamente quello di creare ulteriore incertezza. Il tutto lasciando però invariato il prezzo di vendita della Serravalle.

A questo si aggiungono inoltre davvero incredibili dichiarazioni sulla non conoscenza dei conti della Serravalle da parte di Asam, suo azionista di maggioranza.

Insomma, tutta una serie di errori che espongono ora la Serravalle ad un ulteriore e concreto rischio di svendita. Errori che, almeno a questo piccolo blog di campagna, paiono davvero troppo grossolani (certo: errori sempre che si volesse davvero cedere la Serravalle a quel prezzo...).

Evidentemente non la pensano così in Provincia, visto che saranno gli stessi vertici di Asam a gestire il nuovo tentativo di vendita della Serravalle.

Ma se i protagonisti di questa vicenda dovessero rispondere in solido dell’eventuale danno erariale per la svendita della Serravalle, si comporterebbero così?

mercoledì 10 luglio 2013

Serravalle: asta deserta

A poche ore dalla chiusura dell’asta per la vendita del’82,4% della Serravalle, l’esito appare scontato. Alle ore 12 del 10 luglio, infatti, a meno di sorprese, dovrebbe essere ufficializzato che anche questa gara è andata deserta.

L’esito negativo di questa asta, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore (Asta deserta per la Milano-Serravalle, 10 luglio 2013, di Sara Monaci), potrebbe avere delle conseguenze negative anche su Pedemontana e Tangenziale Est Esterna, alle prese con croniche difficoltà di finanziamento, in particolare:

- alla Pedemontana “occorrono 5 miliardi, e per ora ha ricevuto solo 300 milioni di equity e 200 milioni circa di prestito ponte, più il finanziamento pubblico da circa 200 milioni da parte di Cal”
- alla Tangenziale Est Esterna “occorrono 2 miliardi. Per ora sono stati versati 220 milioni di capitale ed ha ottenuto un prestito ponte da 120 milioni di euro”. A questo va aggiunto il recente finanziamento pubblico inserito nel cosiddetto “decreto del fare”.
 
Il timore è sempre lo stesso: la svendita (anche a causa di un modo di procedere quanto meno discutibile) di Serravalle e, a cascata, di Pedemontana e Tangenziale Est Esterna.
 
In ogni caso, vedere i cantieri aperti della TEEM e poi leggere di queste importanti difficoltà non può che far sorgere una domanda: questi lavori sono coperti economicamente? Nel febbraio del 2013, il presidente di Serravalle aveva inviato una lettera chiedendo di “non dar seguito a nessun investimento che non abbia adeguata copertura finanziaria”. Questa indicazione è stata seguita? 
 
 

martedì 9 luglio 2013

Assemblea dei Sindaci del Parco Agricolo Sud Milano: nominato il nuovo presidente

L’assemblea dei Sindaci del Parco Agricolo Sud Milano ha nominato il suo nuovo presidente. E’ Andrea Checchi, sindaco di San Donato Milanese.

L’augurio è che il nuovo presidente sappia rilanciare l’attività ed il ruolo di questa assemblea da troppo tempo lasciata ai margini (nonostante le precise indicazioni della normativa, non si riuniva da ben 13 mesi!) e che, diversamente dal suo predecessore, partecipi con continuità alle riunioni del Consiglio direttivo del Parco.

L’assemblea ha anche nominato due nuovi rappresentanti all’interno del Consiglio Direttivo del Parco Agricolo Sud Milano: Lidia Rozzoni, sindaco di Pantigliate (sostituisce Claudio Mazzola di Paullo) e Giovanni Cariello, sindaco di Colturano (sostituisce Javier Miera di Noviglio).

Verso Arcagna


giovedì 4 luglio 2013

Ifom: il Cerba perde un pezzo di ricerca?

Nella grande ed incerta lotta immobiliare per aggiudicarsi i vari centri ricerca scientifici, dopo quelle agricole del Cerba e quelle dell’ex area Falck di Sesto per la “Città della Salute”, ora è il turno di quelle dell’ex Alfa di Arese.

Come riporta il Corriere della Sera (Ricerca, Ifom verso il trasloco sull’area ex Alfa di Arese, 4 luglio 2013, di Ravizza e Stella), su quest’area l’immobiliare Euromilano “vuole sviluppare un insediamento commerciale, residenziale e industriale di 270 mila metri quadri”. Oltre a questo, si sarebbe vicini ad un accordo per il trasferimento dell’Ifom (l’Istituto Oncologico Molecolare legato alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro).

Se confermato, questo trasferimento indebolirebbe ulteriormente il lato della ricerca della cosiddetta “Città della Scienza”, visto che l’Ifom “è da sempre considerato uno dei pilastri su cui si regge il progetto Cerba”.

Al momento, conclude l'articolo del Corriere, “sono solo rumors, certo, ma l’idea che l’unione fa la forza – tra i centri di ricerca come tra gli ospedali – sembra sbiadire di giorno in giorno in un moltiplicarsi di interessi” immobiliari.