mercoledì 13 aprile 2011

Tangenziale Est esterna: presidio in occasione della Conferenza dei Servizi del 13 aprile 2011

In occasione della conferenza dei servizi del 13 aprile, Legambiente ed il Coordinamento Interprovinciale per una mobilità sostenibile hanno organizzato un presidio.
Il comunicato stampa.

TEEM: 13 ragioni per un solo No

Gli ambientalisti ribadiscono la ferma opposizione ad un progetto che devasterà il territorio e genererà enormi problemi di congestione delle reti locali
La metropoli milanese ha bisogno di un rafforzamento del trasporto collettivo, non di colate d'asfalto nel parco sud.

Ci sono voluti ben sei anni – dall'approvazione del preliminare in sede CIPE del 2005 – per confezionare il progetto definitivo della nuova autostrada lombarda che va sotto il nome di TEEM – Tangenziale Est Esterna Milanese. Sei anni spesi male, dal momento che il progetto che verrà discusso oggi non risolve le gravi criticità che ambientalisti ed enti locali contestano da sempre, e per di più ne aggiunge di nuove, che si concentrano in particolare nei nodi congestionati di Agrate e della Paullese.

Criticità tanto gravi da portare gli ambientalisti, di Legambiente e del Coordinamento per la Mobilità Sostenibile, a ribadire il loro NO al progetto, tecnicamente motivato da 13 osservazioni.

“Il principale punto su cui continuiamo ad insistere è il grave imbroglio istituzionale ai danni dei comuni, che nel 2007 hanno sottoscritto un accordo in cui, in cambio dell'imposizione del tracciato autostradale, la Regione prometteva potenziamenti e nuove opere di mobilità ferroviaria, promesse scritte sulla sabbia, sia per quanto riguarda il prolungamento di M2 a Vimercate, sia per quello di M3 a Paullo: una vera impostura, che ferisce il fondamentale rapporto di fiducia e sussidiarietà tra Enti Locali e Istituzione Regionale” dichiarano le associazioni, che annunciano una lettera a tutti i comuni per chiedere il loro recesso motivato dall'accordo sottoscritto.

Ma a questo grave vulnus si aggiungono molte altre considerazioni, a partire dalla stessa architettura finanziaria, che non è nota ma si basa sulle valutazioni relative alle previsioni di traffico, da cui dipendono i ricavi da tariffe e le necessarie valutazioni costi/benefici atte a certificare la pubblica utilità dell'opera. Ebbene, lo studio di traffico, anziché essere affidato ad un esperto indipendente, è stato condotto direttamente dal concessionario TE Spa, con valutazioni divergenti dalle valutazioni preliminari: una procedura sospetta, che mette un grande punto interrogativo sulla reale sostenibilità finanziaria di un'opera che dovrebbe reggersi sul finanziamento di privati. Peraltro, se fossero corrette le valutazioni fatte dal concessionario, il progetto dovrebbe essere interamente rivisto, perchè le previsioni di traffico non sono tali da giustificare un progetto autostradale a tre corsie! Altre osservazioni fanno riferimento alla gravissima mancanza di uno studio complessivo di Impatto Ambientale che renda conto sia dei rilievi già mossi dal CIPE, sia dalle profonde modifiche introdotte nel progetto.

Gravissimi sono poi gli effetti indotti dalla nuova arteria sul traffico locale, in particolare a Melegnano, Paullo – dove l'adeguamento della Paullese è ben lungi dall'essere concluso – e ad Agrate, il cui centro abitato già oggi convive con un traffico improprio proveniente da A4 e Tangenziale Est, in cui l'innesto di TEEM non risolve i problemi attuali, ma anzi li aggrava.

Ma la critica fondamentale ha a che fare con i gravi effetti ambientali dell'opera: un vertiginoso consumo di suolo agricolo, in gran parte all'interno del Parco Sud, e un inevitabile aumento di trafficco, che non potrà che peggiorare il livello di congestione e di inquinamento, sia nei comuni di cintura che nel capoluogo lombardo.

“Ci allontaniamo sempre di più da quello che dovrebbe essere un orizzonte di governo sostenibile della mobilità in Lombardia: anche questa autostrada finirà con il provocare un aumento di emissioni e di consumi energetici legati ai trasporti, quando in tutto il mondo l'imperativo è quello di invertire questa tendenza” conclude Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia.

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