martedì 10 settembre 2013

Il Parco Agricolo Sud Milano si candida a riserva della biosfera? Perché intanto...

Nei prossimi giorni sarà depositata al Ministero dell’Ambiente la candidatura per ottenere il riconoscimento di “Riserva della Biosfera” del territorio di tredici 13 comuni del Parco Agricolo Sud Milano (Albairate, Basiglio, Buccinasco, Cesano Boscone, Cisliano, Corsico, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Rosate, Vermezzo, Zelo Surrigone e Zibido San Giacomo). Sicuramente una notizia positiva ma con diversi aspetti che restano da approfondire se non si vuole correre il rischio che nel tempo si riduca ad essere l’ennesima iniziativa di facciata.

Si era scritto su questa candidatura lo scorso febbraio. Visto che da allora nulla è cambiato, si ripropone quel post.

Le amministrazioni di Albairate, Cisliano, Cusago, Gudo Visconti, Vermezzo e Zelo Surrigone hanno annunciato l’intenzione di avviare la procedura per ottenere dall’Unesco, come il vicino Parco del Ticino, il riconoscimento di Riserva della Biosfera al Parco Agricolo Sud Milano.

Come riporta il Giorno (Parco Sud, patrimonio da tutelare, 18.02.2013, di Francesca Santolini), l’impegno è “quello di conservare ecosistemi naturali e semi-naturali, attivare aree di dimostrazione dello sviluppo sostenibile ed offrire supporto logistico per ricevere visitatori, fornendo educazione ambientale e favorendo scambi di esperienze”.

Obiettivi condivisibili ma che, in attesa del pronunciamento dell’Unesco, si possono cominciare a perseguire da subito, [ben prima dell’eventuale riconoscimento ad area MAB, Man and Biosphere], visto che sono anche tra gli obiettivi del Parco Agricolo Sud Milano.   

Allora, nel documento sottoscritto da queste amministrazioni, perché non aggiungere anche l’impegno ad adoperarsi in tutte le sedi affinché la Provincia di Milano, Ente gestore del Parco Agricolo Sud Milano, si doti al più presto di tutti quegli strumenti necessari per far vivere il parco? Ad esempio, i diversi piani di settore come il sistema dei percorsi, della fruizione, dei navigli e dei canali, della valorizzazione del patrimonio storico e monumentale ecc. Sarebbero ulteriori strumenti formidabili per perseguire gli obiettivi fissati nel loro documento.

Inoltre, visto che alcune di queste amministrazioni nel passato hanno presentato numerose richieste di stralcio di aree dal perimetro per potervi edificare, oltre naturalmente a non richiederne alcuna per loro, perché non si impegnano esplicitamente anche a bloccare la modifica dei confini del Parco ora che la Provincia di Milano ne sta rivedendo il Piano Territoriale di Coordinamento?

Il tutto darebbe maggiore credibilità alla richiesta presentata all’Unesco.

Nessun commento:

Posta un commento