venerdì 20 dicembre 2013

Cerba: la reazione delle banche

Più che le prevedibili reazioni di Provincia e Regione (è comunque da segnalare il silenzio del presidente Maroni che non si è espresso sulla mancata proroga...) sono da temere quelle della banche.
Il progetto Cerba, più che per i suoi obiettivi scientifici, negli ultimi anni, anche con la continua presentazione di progetti poco credibili (definizione data dal Comune di Milano), è stato infatti tenuto in piedi dalle banche creditrici del fallito gruppo Ligresti che, per rientrare dalle loro scelte sbagliate, contavano molto sul valore delle aree sulle quali dovrebbe (doveva?) sorgere la cosiddetta “Città della Scienza”.

Ora infatti una eventuale cancellazione del progetto Cerba metterebbe a serio rischio il concordato fallimentare predisposto nei confronti delle società della famiglia Ligresti. Questo, come ricorda Milano Finanza (Imco, un piano B per le banche, 20 dicembre 2013, di Andrea Di Biase), era basato tutto sul Cerba visto che la sua realizzazione era una delle condizioni imposte dal giudice per procedere al concordato fallimentare (le banche, a compensazione del credito, avrebbero ricevuto quote del fondo immobiliare di Hines Italia sul quale sarebbe stata conferita l’area del Cerba).

Con la decadenza dell’accordo di programma, con il ritorno delle aree nei confini del Parco Agricolo e con la conseguente inedificabilità, il crollo del valore economico delle aree sarebbe conseguenza inevitabile così come la dissoluzione del concordato fallimentare nei confronti del gruppo Ligresti. Un colpo economico molto duro per le banche e difficile da accettare.

Da qui al 31 dicembre, si prevedono forti pressioni sul Sindaco di Milano.

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