mercoledì 17 luglio 2013

Ma i cantieri aperti della TEM sono tutti finanziati?


L’ultimo, in termini temporali, è stato il Sole 24 Ore (Serravalle senza pretendenti, 11 luglio 2013, di Sara Monaci). Di fronte alle gravi difficoltà economiche in cui versa la TEM (che non impedisce ai vertici di aumentarsi ingiustificatamente del 40% lo stipendio e triplicare le spese per eventi) e della sua controllante Serravalle, l’ipotesi che di tanto in tanto torna ad affacciarsi è quella di realizzare solo l’arco-TEM (ossia il raccordo Melzo-Trucazzano che consente alla BreBeMi di scaricare il proprio traffico su Rivoltana e Cassanese) e di rimandare la costruzione del resto quando e se saranno disponibili le risorse.

Una ipotesi che tuttavia contrasta con il dato di fatto visto che, oltre a quelli dell’arco, i cantieri della TEM sono aperti da Cerro al Lambro fino a Trucazzano. Chi volesse, già oggi, da Vizzolo Predabissi può tranquillamente arrivare a Paullo camminando sul tracciato della TEM.

La domanda è ovvia: questi cantieri sono finanziati? Le aziende al lavoro sono certe che saranno saldate? Oppure la TEM sta aprendo i cantieri (e cave) “allo scoperto” nella speranza che poi qualcuno (lo Stato) sia obbligato a pagare le aziende? Oppure c’è il rischio che il territorio che va da Cerro al Lambro a Lavagna di Comazzo debba rimanere per anni con l’ulteriore sfregio di cantieri abbandonati nella propria campagna?

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