giovedì 24 ottobre 2013

Il caso Paullese e i luoghi comuni del traffico


Per fluidificare il traffico è sufficiente togliere i semafori. Questo il luogo comune che con l’anticipato blocco dell’esperimento sul tratto sandonatese della Paullese è stato smentito sulla pelle dei pendolari. Il caos creatosi nel sud est milanese è stato talmente disastroso, con un effetto domino su tutte le altre strade (Paullese in tilt, stop all’esperimento, Il Giorno, 24 ottobre 2013, di Alessandra Zanardi), che la Provincia di Milano ha dovuto porre fine alla sperimentazione dopo solo tre giorni. Ora verranno riaccesi i semafori, ma il traffico resta e le prospettive sono preoccupanti. Lo si è già scritto: cosa accadrà sulla Paullese, sulla Rivoltana e sulla Cassanese quando saranno investite dal traffico di TEM e BreBeMi?

Ma è un altro il luogo comune che spaventa. Quello che recita che per risolvere i problemi del traffico sia sufficiente costruire nuove strade e nuove autostrade. E se tra un paio di anni si dovesse scoprire che la costruzione di TEM e BreBeMi, invece che migliorare, davvero peggiorerà la situazione dei pendolari? Il dramma è che allora non si potrà tornare indietro.

Non c’è dubbio che il problema del traffico vada risolto. Ma come? Usando i luoghi comuni, con le infelici battutitine come quella della metropolitana su gomma? O il piccolo sfortunato caso dei semafori sulla Paullese è l’occasione per prendere finalmente grandi decisioni serie, di “sistema” che partano dal vero rilancio del trasporto pubblico? Dove è la metropolitana per Paullo prevista esplicitamente nell’accordo di programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna? Dove è un efficiente sistema di trasporto pubblico che tolga auto dalle strade e, al contempo, permetta ai pendolari di viaggiare puntuali e in modo dignitoso?

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