giovedì 24 ottobre 2013

Partono le ricerche di gas ed idrocarburi nell’est milanese


Questa estate si è parlato e scritto molto delle richieste avanzate dalla società statunitense/canadese Mac Oil di effettuare delle ricerche di gas ed idrocarburi nell’est milanese e nel lodigiano. Una richiesta che, visto quello che ha subito il territorio in questi anni e anche a causa della grave mancanza di informazioni, ha creato un clima di grande preoccupazione nei comuni interessati.
 
La nascita del comitato “NoTriv” ha cercato di rimediare all’assenza delle istituzioni che, incomprensibilmente, ancora oggi non hanno ritenuto di dover informare in modo esaustivo i propri cittadini su quello che sta accadendo.

Solo pochi giorni fa, la Regione Lombardia ha giustificato la mancata procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la richiesta della Mac Oil, sostenendo che “la prima fase è esclusa dalla Via, in quanto non prevede impatti significativi sul territorio come da decreto regionale 1.256 del 2012. Gli studi e le valutazioni necessari saranno condotti mediante l’elaborazione delle informazioni oggi reperibili anche presso precedenti operatori minerari; mentre l’indagine geofisica, se necessaria, sarà effettuata con il metodo “vibroseis”, senza movimenti di terra né utilizzo di esplosivi” (Metano, trivellazioni in Martesana? "No, è stata già martoriata", Il Giorno, 21 ottobre 2013, di Chiara Giaquinta).

Il Comune di Comazzo è stato tra i primi a cercare di fare un po' di chiarezza su come si svolgeranno queste ricerche:“La Mac Oil cercherà idrocarburi nell’area della Martesana lungo due linee perpendicolari di 7,5 chilometri che scendono dal melzese verso l’Alto Lodigiano. Comazzo entra per una superficie complessiva di 0,04 chilometri quadrati, cioè quattro ettari. Se questa fase di indagine geologica offrirà l’ipotesi di giacimenti, avremo al massimo uno o due pozzi attivi non a Comazzo, ma nell’intera area considerata". (Via libera alle ricerche di petrolio, Il Cittadino di Lodi, 23 ottobre 2013, di Emanuele Dolcini).

Queste informazioni fanno un po' di chiarezza sulla situazione ma non tranquillizzano affatto. La vicenda è certamente da seguire con attenzione. Intanto l’auspicio è che venga al più presto comunicata in dettaglio la lista dei luoghi interessati da queste esplorazioni. Per chi abita nelle vicinanze può infatti essere ovvio consigliare di realizzare una dettagliata panoramica fotografica sullo stato attuale dei propri edifici. Le leggere onde sismiche utilizzate per queste ricerche sono sì leggere ma sono sempre onde sismiche e, in casi estremi, potrebbero causare delle crepe nei muri. Così le fotografie possono tornare utili in caso di eventuali richieste di risarcimento danni visto che la prova del danno è a carico di chi l'ha subito.

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